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Il negro del narciso



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Questa è una pagina tratta dal racconto " Il negro del narciso " inserito in :  Romanzi di Mare, edito dalla Newton.
Forse meno letto rispetto ad altri racconti dell'uomo/scrittore Conrad, tuttavia,  il Negro del narciso vale come un " tesoro " nella bibliografia classica, a mio parere.
Escludo ulteriori considerazioni, lasciandovi alla lettura ... ciao



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Foto di Darietto, detto anche Iaio




Singleton rimase sulla soglia con la faccia verso la luce, voltando le spalle alle tenebre.
E solo nella vuota penombra del castello di prora addormentato, parve più grosso, colossale, vecchissimo : come lo stesso Parde Tempo, che sarebbe dovuto entrare in quel luogo, silenzioso come un sepolcro, per contemplare con occhi pazienti la vittoria del sonno, il consolatore.
Eppure Singleton non era che un figlio del tempo, la reliqua solitaria di una generazione divorata e dimenticata.
Rimaneva là in piedi, ancora forte, come sempre senza pensare; un uomo preparato, con un passato  vasto e vuoto senza avvenire, con i suoi impulsi infantili e le passioni virili già spente nel petto tatuato.
Gli uomini che sarebbero stati in grado di capire il suo silenzio erano scomparsi ... quegli uomini che sapevano come esistere al di là dell'ambìto della vista e in vista dell'eternità.




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Foto di Valerie, detta anche Valerietta


Erano stati forti, come sono forti coloro che non conoscono nè dubbi nè speranze.
Erano stati impazienti e tolleranti, turbolenti e devoti,ribelli e fedeli.
Persone bene intenzionate avevano tentato di rappresentare quegli uomini come se piagnucolassero su ogni boccone del loro cibo;  come se sbrigassero il loro lavoro temendo per la propria vita.
Ma in realtà erano stati uomini che conoscevano la fatica, la dissolutezza ... ma non conoscevano la paura e ignoravano nel loro cuore  che cosa fosse la malevolenza.
Uomini difficili da comandare, ma facili da ispirare, uomini taciturni ... ma uomini quanto bastava per schernire in cuor loro le voci sentimentali che compiangevano la crudeltà della loro sorte.
Si trattava di una sorte unica e tutta loro; la capacità di sopportarla sembrava ad essi il privilegio degli eletti !
La loro generazione era vissuta muta e indispensabile, senza conoscere la dolcezza degli affetti e il rifugio della casa ... ed era morta esente dalla tenebrosa minaccia di una tomba angusta.
Erano gli eterni figli del mare misterioso. I loro figli cresciuti in una terra scontenta.
Meno sfrenati, ma meno innocenti; meno profani, ma forse anche meno credenti; e se hanno imparato a parlare, hanno imparato anche a piagnucolare. Gli altri, invece, erano forti e muti; erano modesti, curvi e capaci di sopportare, simili a cariatidi di pietra che sostengono nella notte i saloni illuminati di un edificio glorioso e splendente.

Ora sono scomparsi ... e non importa.  



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Foto di Darietto, detto anche Iaio


Il mare e la terra sono infedeli ai loro figli : una verità, una fede, una generazione di uomini passano ... e vengono dimenticate, e la cosa non ha importanza !
Tranne, forse, per quei pochi che credettero alla verità, che confessarono la fede ... o amarono gli uomini.



Joseph Conrad





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