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Alessandro Manzoni - Urania




Le stagioni letterarie di Alessandro Manzoni furono ricche di esperienze.
Il tirocinio giovanile tra il 1801 al 1809 ( sonetti, odi, idilli, Carme )
Ulteriori esperienze liriche e drammatiche  presero vita :
Gli inni sacri  rappresentano la nuova prospettiva su cui si disponeva la poesia manzoniana ; furono composti in più fasi temporali fra il 1812 - 1815, 1817 - 1822.
Le tragedie scritte tra il 1816 ed il 1822,  esempio : " Il Conte di Carmagnola "
Odi diveute celeberrime :  " Marzo 1821 " ed " Il cinque maggio ".
L'approdo al romanzo storico nel 1821 con il " Promessi sposi " inizialmente intitolato " Fermo e Lucia ".
La prima stesura si protrasse fino al 1823. Pervenne al testo definitivo che pubblicò con una prima edizione nel 1827.
Dopo una minuziosa ed accurata revisione venne pubblicata la definitiva seconda edizione nel 1842.

Questa, per dare l'idea a chi non la conosca, l'attività letteraria del Manzoni, rappresentata in estrema sintesi ( più estrema di così non si può ) .








Ma il motivo significativo  del post è costituito dal poemetto " Urania ", il quale rappresenta un nuovo tentativo di ripresa della poetica neoclassica, venne pubblicato nel 1809.

Da fonte bibliografica " Le stagioni della civiltà letteraria italiana " di Mario Santoro riporto quanto segue :

Per celebrare le lodi delle Muse e delle Grazie il poeta immagina di rievocare l'inno che la Musa Urania avrebbe cantato al suo diletto Pindaro ( un celebre poeta greco dell'antichità ) quando questi fu vinto in una gara di canto da Corinna, per aver trascurato di rendere omaggio alle Grazie.
Il mito che Urania rievoca nell'inno, si prospetta come la celebrazione della potenza civilizzatrice della poesia, certificata dalla storia dell'incivilimento dell'umanità.



In breve il racconto di Urania :


Giove impietosito dalla misera condizione di barbarie in cui gli uomini vivevano decise di inviare sulla terra le Virtù per ricondurli sulla via del bene e della felicità; ma le Virtù non ebbero fortuna : gli uomini corrotti, ed incapaci  di levare in alto lo sguardo, non si accorsero di loro.
Allora Giove decise di ricorrere alle Muse  : e queste scesero fra gli uomini, iniziando la loro opera di incivilimento. Così gli occhi degli uomini furono abilitati dalla poesia a vedere e riconoscere le virtù ed i vizi. Quindi le Muse concessero loro il dono del canto, mentre le Grazie offrirono l'attitudine a dilettare e persuadere.







Qui puoi leggere il poemetto







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